mercoledì 9 gennaio 2013

Reddito di Cittadinanza



Reddito di Cittadinanza

Crisi, crisi e ancora crisi. Calano i consumi, chiudono le imprese, aumenta il debito pubblico, la crisi investe tutti. Famiglie, giovani, imprenditori, è a rischio un presente e un futuro. La crisi entra sempre più nel vivo, c’è un vortice chiamato “povertà” che stà risucchiando ogni cosa, chiunque, anche i ricchi e i potenti. Se si continua di questo passo presto molte famiglie non avranno più la corrente elettrica, l’acqua, per non dire cibo. Servono misure urgenti, per scardinare la crisi, restituire dignità al cittadino, renderlo comunque autosufficiente e autonomo, con il lavoro o non. La disoccupazione giovanile



sale al  37,1 %, il tasso generale all’11,1 %, i massimi livelli dal 92. A questi vanno aggiunti i cassaintegrati, che non vengono considerati disoccupati. L’inflazione? 3%! Fin quando reggeranno gli ammortizzatori sociali?  E i cittadini?
Siamo messi male! L’Italia è a rischio povertà! Ma il dato reale sarà sicuramente salito, visto che i dati si riferiscono a novembre 2012.
Dice la relazione UE:
C’é un alto rischio di entrare nella povertà e basse possibilità di uscirne, con la creazione di una massiccia trappola della povertà” . Si parla di “Austericidio”. La sola austerity fine a se stessa è sbagliata, visto che in tempi di crisi, è un rimedio peggiore del male stesso in quanto ammazza l’economia invece di resuscitarla. Un esempio: Portogallo. Ha fatto i “compiti a casa” richiesti dalla Troika ma oggi si trova in una situazione di recessione cronica da cui non sa come uscirne, con disoccupazione al 16% e la gente che si riversa in Piazza. Chiarissimo scenario da austerity fine a se stesso che non può che portare alla catastrofe, se non intervenvono i correttivi per la crescita e gli investimenti. Certo, la coperta è corta, ma se non si trovano soluzioni, per l’Italia e gli altri paesi più deboli, sarà la fine.
Quale misura urgente per i cittadini, ovvero il pilastro dello stato e dell’economia?

BIN ITALIA,  un’associazione per il reddito garantito, un gruppo di sociologi, economisti, filosofi, giuristi, ricercatori e  liberi pensatori da anni si occupano di studiare, progettare e promuovere interventi indirizzati a sostenere l’introduzione di un reddito garantito in Italia. Si tratta anche di una direttiva Europea del 92, quasi ignorata tutt’oggi dalla politica Italiana insieme a Grecia ed Ungheria. Il reddito di cittadinanza, chiamato anche reddito di esistenza, reddito minimo garantito, reddito universale e reddito minimo di esistenza, è una forma di sostegno economico che fa parte di una visione politico-economica pensata in passato da alcuni teorici non solo europei. Oltre a garantire i bisogni primari della persona, il reddito di cittadinanza è inteso come un reddito di entità tale da consentire alle persone di vivere in una propria abitazione e rendersi comunque autonomi dalla famiglia dopo la maggiore età. Sul sito bin-italia.org sono disponibili documenti i quaderni molto interessanti, che dimostrano che l’iniziativa è fattibile oltre che necessaria.

Andiamo alla politica. Come detto prima, in Italia i politici l’hanno quasi sempre ignorata. Infatti, in data 15 marzo 2012, hanno sottoscritto un disegno di legge i senatori Enrico Musso (PL), Teresa Armato (Pd), Giuseppe Astore (Gruppo Misto), Maurizio Fistarol (Udc), Elio Lannutti (Idv), Vincenzo Oliva (Autonomie), Massimo Palmizio (Pdl), Luciana Sbarbati (Movimento Repubblicani Europei), Helga Thaler (SVP), REDDITO MINIMO , MISURE CONTRO LA DISOCCUPAZIONE, delega al governo per l'istituzione di un reddito minimo garantito di cittadinanza. Il DDL è in esame. Si spera che il prossimo governo ne prenda atto.

Atto Senato n. 3113

XVI Legislatura - Testo DDL 3113 ( PDF)

Molti sono i dubbi di alcuni economisti, come l’innalzamento immediato dell’inflazione, ma molte sono anche le certezze degli stessi economisti. Andrebbe rivisto il concetto di “reddito”. Con il RDC si rimetterebbe in circolazione moneta, molti ammortizzatori sociali potrebbero essere cancellati, si eliminerebbe il ricatto politico all’occupazione, le offerte di lavoro tornerebbero ad essere più dignitose ed interessanti, aumenterebbero i consumi e soprattutto i cittadini riusciranno ad avere garanzie sull’esistenza.

Molti sarebbero sicuramente gli effetti, positivi e negativi. Ma servono sicuramente delle misure urgenti.


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